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Nani da giardino tra serio e faceto

Contattato da “la Repubblica”nel mese di maggio, per la mia specializzazione di Architetto Paesaggista, al fine di esprimermi sul tema dei nani da giardino, in occasione del tradizionale Chelsea Flower Show di Londra, esclusiva rassegna del verde,mi é tornato alla mente il consueto tema delle due scuole di pensiero circa la gradevole, ovvero dozzinale presenza degli gmomi utilizzati per decorare giardini e terrazze.
Alcuni cenni storici circa la creazione e la diffusione di questa usanza.
L’utilizzo delle statue miniaturizzate rappresentanti,elfi,gnomi o nani ed in genere figure fantastiche,vede la luce nelle aree limitrofe alla Foresta Nera di Germania,Svizzera e Francia intorno al 1600,a protezione degli umani da presenze maligne che allignavano,appunto,in quei boschi.
La tradizione approda in Inghilterra nella seconda metà del XIX secolo, e precisamente nel Northamptonshire al séguito di Sir Charles Isham,che fu il primo a trasformarne la natura scaramantica, in decorativa.
Che dire al giorno d’oggi dei “nani da giardino” ?
Espressione ,per i più di ingenua rozzezza culturale,ovvero ironica riqualificazione della tradizione scaramantica tedesca,oppure persino oggetto di creazione del “Fronte liberazione nani da giardino” che,asportandoli dai giardini,intendeva liberarne l’anima dalla strumentalizzazione e sottomissione ultracentenaria.
Ho affrontato il tema con ironia e bonarietà,ribadendo che ,sia utilizzati per decorare un modesto giardino,sia oggetto di culto e rivisitazione,come per Elton John,che ne ha ridisegnato uno ed esposto al Chelsa Flower Show,il nano da giardino,rimane un tema che sarà utilizzato a piacimento da grandi e piccoli,da poveri e ricchi,da proletari e snob.

Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/05/23/giardini-la-rivincita-dei-nani-non-sono.html

(Nella foto l’intervista di “la Repubblica” all’Arch. Carlo Angelini)

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